la saggezza dei tempi antichi.
il grande consiglio di far lavorare quanto ci è stato dato. poco o tanto che sia.
rileggerla a volte fa venire buoni propositi.
ve la ripropongo:
un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni.
A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì.
Colui che aveva ricevuto cinque talenti, messosi in cammino subito, lavorò in essi e ne guadagnò altri cinque.
Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due.
Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, allontanatosi, scavò una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi torna e vuole regolare i conti con loro.
Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque. Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti costituirò su molto; entra nella gioia del tuo padrone.
presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due. Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti costituirò su molto; entra nella gioia del tuo padrone.
Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, ho conosciuto che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; impaurito andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco: hai il tuo.
Il padrone gli rispose: Servo malvagio e fannullone, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse.
Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque fa sarà dato e abbonderà; ma a chi non fa sarà tolto anche quello che ha.