blog di iniziative e segnalazioni a denominazione ed origine controllata. da me.
dare una spinta. questo è l'intento.
lavorando conosco ed imparo ad apprezzare molte persone le cui attività meritano di essere fatte conoscere per agevolare come possibile il loro successo.
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altro intento dichiarato è aiutare a mettere a fuoco alcuni temi che pur essendo di dominio pubblico non ottengono l'attenzione che secondo me dovrebbero per i risvolti e le influenze che hanno sulla nostra vita.
lavorando conosco ed imparo ad apprezzare molte persone le cui attività meritano di essere fatte conoscere per agevolare come possibile il loro successo.
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altro intento dichiarato è aiutare a mettere a fuoco alcuni temi che pur essendo di dominio pubblico non ottengono l'attenzione che secondo me dovrebbero per i risvolti e le influenze che hanno sulla nostra vita.
giovedì 21 giugno 2012
the man who stopped the desert
siamo sempre immersi, e non a caso, in una serie di emergenze e di cattive notizie, ansie e speculazioni su paure in quasi ogni aspetto della nostra vita. così tanto che a volte ci si perde qualcosa che invece funziona, che costituisce una speranza. è anche interessante osservare che spesso questi piccoli successi vengono quasi sempre osteggiati e derisi per buona parte del tempo. i protagonisti vengono guardati come visionari ed illusi. tutto sembra lavorare contro invece che agevolare nonostante intenti come questo di yacouba siano finalizzati al miglioramento di condizioni che converrebbero a tutti. a volte però emerge lo stesso il buon intento. e qui il deserto non avanza più.
yacouba alla fine, dopo una vita di stenti e di fatiche, in costante pericolo in una zona non certo delle più pacifiche e nella più totale mancanza di mezzi, è riuscito a dimostrare che quando una buona idea funziona non la si può fermare. quanto meno in questo caso è stata notata. il confronto con il deserto poi mi affascina particolarmente perché è tra gli elementi naturali uno dei più invincibili. dove c'è il deserto tutto è finito e senza speranza. peraltro la terra è nell'universo conosciuto l'unica eccezione alla condizione desertica. e perché viene anche favorito dall'azione umana spesso pateticamente miope, che ama nuocere se stessa.
dobbiamo davvero trovarci a combattere il deserto per capire il valore del nostro fragile ambiente? e poi cercare una altro pianeta abitabile dove ripetere gli stessi errori? e vale per molti "tipi" di deserti.
il mio €uro
qualche
parola a difesa del nostro euro. in questi giorni dove stormi di
corvi di euroscettici impazzano gonfiando le ansie e le
preoccupazioni che producono disaffezione e smarrimento. oltre a
disoccupazione.
sono
sempre stato un euro-entusiasta, fin dagli anni 80, quando ho
cominciato a leggere quotidiani ed a farmi una cultura mi è sempre
sembrato un sogno poter sperare ad una europa unita che faceva
crescere le proprie genti arricchendole con le differenze di cui era
composta. l'ho viaggiata spesso e conosciuto con sempre maggior
interesse ogni tipologia classica e meno classica di cittadino
europeo valorizzandone sempre differenti peculiarità e rendendomi
conto che qualcosa di intangibile ci unisce inequivocabilmente. non
mi son mai voluto arrendere che fossimo il vecchio continente e che
la fiaccola dello sviluppo fosse migrata da tempo verso le americhe.
e poi più in là. con il crollo del muro di berlino, con quello che
rappresentava, si apriva una fase riformatrice dove tutto era
possibile e come premessa si è arrivati alla unificazione delle
valute del 2002. tutto questo doveva essere solo un primo passo per
procedere verso una puntuale integrazione politica e civile. non mi
interessa in questa sede pensare a tutti i piccoli "dettagli"
che sono stati sottovalutati e mal interpretati per arrivare a questo
risultato. anche io sono sempre stato tra quanti
hanno evidenziato sempre critiche, ma solo come lo fa chi ama
qualcosa e a cui dispiace che gli venga trattata male o svilita casa
propria. ma guardare solo i dettagli spesso non consente di
vedere "the big picture".
il
lavoro dell'unificazione come lo sta democraticamente avviando
l'europa non è mai stato tentato prima ed è un'ipotesi inaudita
anche nelle modalità per il rispetto delle piccole necessità
locali. ma è all'altezza dei tempi. la globalizzazione pone sfide ed
organizzazioni che se divisi nessuno stato comunitario potrà mai
affrontare. rimarremmo fagocitati dall'impeto degli altri gruppi
continentali economicamente e politicamente organizzati.
mentre
invece molto si potrà contribuire uniti anche per i valori umani di
cui siamo culla e storici riferimenti.
pertanto
la mia personale speranza è che si riprenda il cammino unificatore
al più presto sotto tutti gli aspetti e si lascino alle spalle le
locali patetiche esigenze ed egoismi che sinora hanno impantanato il
progetto gonfiando solo i debiti pubblici.
inefficienze
e miopie sono alla base dell'attuale stagnazione e pensare che ci
siano sconti è infantile.
spero
che ogni paese faccia responsabilmente la sua parte. ci sarebbe solo
da guadagnarci. e non parlo solo di euro...
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