dare una spinta. questo è l'intento.
lavorando conosco ed imparo ad apprezzare molte persone le cui attività meritano di essere fatte conoscere per agevolare come possibile il loro successo.
_________________________________________________________

altro intento dichiarato è aiutare a mettere a fuoco alcuni temi che pur essendo di dominio pubblico non ottengono l'attenzione che secondo me dovrebbero per i risvolti e le influenze che hanno sulla nostra vita.

mercoledì 11 dicembre 2013

Sul lavoro che lascia l'Italia.

E' un processo a cui si assiste ormai da vent'anni almeno, ma questo articolo lo richiama in modo efficace. paese in svendita link
Sono 437 i grandi marchi degni di nota che sono stati acquisiti da proprietari esteri per la non possibilità di essere competitivi con i mercati sui quali si propongono.
Le aziende erano in salute prevalentemente, producevano utili, ma proprio per rimanerlo hanno dovuto cedere la proprietà. Il loro mercato viene ora acquisito, l'occupazione razionalizzata, gli investimenti trasferiti. Queste si sommano infatti alle migliaia che chiudono o falliscono annualmente nell'indifferenza totale. Aumentando il carico sui superstiti ed accelerando la loro erosione competitiva.
fallimenti aziende link
Nel nostro paese non esiste un serio dibattito operativo per la competitività delle nostre aziende nonostante siano la base del lavoro che ci mantiene tutti.  Da dove si pensa che arrivino i soldi? Gli interventi che osservo non hanno il coraggio di chiamare le componenti della competitività con il loro nome sapendo che la riorganizzazione necessaria attirerebbe immediatamente reazioni a mantenere lo stato attuale.
Accesso alle materie prime, accesso al credito, infrastrutture, costo e mobilità del lavoro, livello di tassazione fiscale, formazione, ricerca e sviluppo.  
Alcuni dicono che non sia possibile tagliare i costi dello stato inefficiente perché resti assistenziale, ma la situazione attuale corrode la società reale e provoca proprio quello che si pensava con miopia di tutelare.
Siamo una società imbragata, incapace a ristrutturarsi per eccesso di tutela. Di tutela del consenso elettorale. Ma i nodi vengono al pettine.

lunedì 2 dicembre 2013

Overfishing. Non c'è sushi per tutti.



La Comunità Europea promuove civilmente una campagna di informazione sui volumi che la pesca incontrollata a livello mondiale sta producendo.
Il ritmo sta incredibilmente finendo la disponibilità degli stock del pianeta con questa spinta.
Quando si guarda il mare pare interminabile.
E così il suo contenuto. Ma pare che i nostri supermercati siano più voraci delle capacità di riproduzione naturale.
Il documentario consente di cogliere la dimensione del fenomeno.
Sono sempre di più le zone dette "dead zone" del fondale marino, ormai spremuto ed inquinato all'inverosimile.

Sono molti i paesi che per non farsi "rubare" il pesce dalle nazioni vicine provvedono a ripulire integralmente la propria area di pertinenza senza più curare le reali necessità di mercato.
Questo influisce negativamente sul prezzo svalutando la merce e richiedendo maggior pescato con notevole pressione sullo spreco.