dare una spinta. questo è l'intento.
lavorando conosco ed imparo ad apprezzare molte persone le cui attività meritano di essere fatte conoscere per agevolare come possibile il loro successo.
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altro intento dichiarato è aiutare a mettere a fuoco alcuni temi che pur essendo di dominio pubblico non ottengono l'attenzione che secondo me dovrebbero per i risvolti e le influenze che hanno sulla nostra vita.

martedì 5 marzo 2013

extinction.

Non è un videogioco. 
Ho già trattato diverse volte il tema del trend insostenibile dello sviluppo demografico per le risorse del pianeta rapportato alla attuale capacità di organizzazione produttiva.
Ora vorrei affrontarlo da un un altro punto di vista. Le estinzioni.
Non è semplicemente folle pensare che una società sviluppata vada deliberatamente verso la estinzione del proprio ambiente e quindi anche di se stessa?
Forse anche gli abitanti dell'Isola di Pasqua erano perfettamente consci della propria fine viste le politiche che infierivano al proprio ambiente.
Perchè sociologicamente questo diventa inellutabile anche ora su scala globale?
Rimango impressionato per esempio dal leggere che solo nel corso degli anni duemila la popolazione degli elefanti si è ridotta del 62%. Ma dietro questo dato ce n'è uno più sinistro come quello del costo al kilogrammo delle zanne d'elefante. In qualche anno è passato da 3/400$ agli attuali 750$ kg. Una zanna pesa mediamente 5kg. Significa un incasso di quasi 5mila dollari. E questo condanna l'animale. Ed in seconda battuta la bestia che per questo lo caccia alla lunga.
Come consumatori siamo responsabili, molto di più di quanti ciecamente sono la manovalanza di questa filiera. Come consumatori non si deve cessare di informarsi sempre più delle implicazioni dei nostri piccoli gesti perchè su scala globale scatenano uragani spesso irrimediabili. Non c'è un secondo appello dopo l'estinzione.
Una scimmia viene pagata 50$ e può fruttarne all'intermediario 400$ per i fini più demenziali. 100 milioni di tonnellate di pesci, 1,5 milioni di uccelli vivi e 440.000 tonnellate di piante medicinali sono commercializzati illegalmente ogni anno con un giro da 300 miliardi di dollari all'anno.
100 milioni di squali ogni anno spesso solo per le pinne. Una leccornia per qualcuno.
La situazione poi del corno del rinoceronte penso sia la più imbarazzante per l'intelligenza umana pensando per quale motivo viene cacciato.
Il network della distruzione è globale. Efficace. Lucido e spietato. Quanto perdente.
La civiltà, dove esiste, a macchia di leopardo, è organizzata a confini territoriali risalenti infondo al XVIII secolo. La coscienza globale?
segnalo documentario su wwf - illegal wildlife trade.
riguardo gli squali su national geographic 
sull'attuale ennesima conferenza molto sottoscritta e poco osservata della CITES
articolo sulla conferenza della CITES su greenreport.it