dare una spinta. questo è l'intento.
lavorando conosco ed imparo ad apprezzare molte persone le cui attività meritano di essere fatte conoscere per agevolare come possibile il loro successo.
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altro intento dichiarato è aiutare a mettere a fuoco alcuni temi che pur essendo di dominio pubblico non ottengono l'attenzione che secondo me dovrebbero per i risvolti e le influenze che hanno sulla nostra vita.

mercoledì 30 giugno 2010

università e cyberspace.


l'era del network non esiste.
il fascino dell'affermazione e della tesi a sostenerla confermano la grandezza di sterling, scrittore di fantascienza statunitense. avevo letto il suo "parco giochi con pena di morte".
in un ciclo di conferenze organizzate al politecnico di torino sull'università e cyberspazio, sterling coglie sul vivo in un tema che oggi pensiamo rappresentativo del futuro e che lui sviluppa in prospettiva.
mentre con rifkin - la civiltà dell'empatia - guardiamo alla potenzialità della società espansa organizzata non più in senso geografico, o ideologico se non religioso, ma in spazi astratti virtuali, 2.0 direbbe qualcuno, dove gli individui si aggregano per fasce di vicinanza empatica per temi sui quali si sentono coinvolti, e con la possibilità di aggregarsi in network solidali, sterling già ci avvisa che non esiste questa illusione.
certo avvisa anche di non essere un cinico, mentre noi passiamo ore davanti a questi schermi tonti sperando che scrivendo su tutti questi spazi virtuali di trovare qualcuno, da qualche parte, che ti noti e possa dirti " è vero, son d'accordo". pazienza se è un barbiere nelle filippine.

dai cantastorie dei villaggi, attraverso la radio e la televisione, per esplodere nell'era internet, networks e twitter mandiamo messaggi nel vuoto sperando che qualcuno decodifichi quell'impulso primordiale che ci spinge inesorabilmente verso un prossimo.
un pò per bisogno un pò perchè nella natura stessa del dna che ci ha aiutati ad evolvere e sopravvivere una natura matrigna. spesso crudele.
grazie all'aggregazione sociale.
un sottile equilibrio tra la guerra verso un esterno, il nemico, e la guerra civile. così come nel proprio intimo tra il nostro equilibrio e l'incontro scontro con il prossimo nostro.

infondo penso che il network inteso sia in prospettiva dal futuro con sterling che verso un futuro possibile insieme a rifkin è una enorme occasione di fare un passo avanti nell'impossibile sforzo di comunicare.
lo dico mentre osservo coppie sedute allo stesso tavolo al ristorante parlare al telefonino con altri.
mentre si deve riempire di faccette le proprie chat.
quando lanci un twitt al mondo e scopri di non esistere.
perchè non hai un network.

consiglio il suo blog