dare una spinta. questo è l'intento.
lavorando conosco ed imparo ad apprezzare molte persone le cui attività meritano di essere fatte conoscere per agevolare come possibile il loro successo.
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altro intento dichiarato è aiutare a mettere a fuoco alcuni temi che pur essendo di dominio pubblico non ottengono l'attenzione che secondo me dovrebbero per i risvolti e le influenze che hanno sulla nostra vita.

martedì 27 dicembre 2011

il meglio del 2011

sempre guardarsi indietro. c'è sempre qualcosa da imparare, da capire, tra quello che abbiamo visto o vissuto.
c'è sempre qualcosa da reinterpretare nella nostra memoria e per certi versi si può viverlo in modi diversi, lo stesso accadimento. si viene portati a non avere memoria storica, a rimanere infanti per lo più, ma il rischio è quello di venir fregati sempre nello stesso modo.
con vecchi trucchi.
viviamo sempre senza tempo, tutto d'un fiato, come se ci fosse sempre qualcosa di importante da fare. ma magari talvolta è meglio fermarsi un secondo e cercare di capire che cosa sia appena successo, per quanto pregna sia la nostra vita. sostituiamo  l'incapacità di comprendere autonomamente quello che succede con l'eccesso di azione. un esempio può essere anche la primavera araba. grazie alla tecnologia dei social virali ha potuto esprimersi come rivolta, ma riuscirà ad esprimere una nuova direzione organizzativa civile per esempio? una proposta  costruttiva? e i nostri vari occupy wall street sapranno ugualmente andare oltre l'indignazione?
mentre ognuno fa del suo meglio nel suo intimo, qui lancio  invece i momenti che abbiamo vissuto nella coscienza collettiva, mediatica, storica e altro.
tra i vari giornali che rappresentano l'epoca che viviamo il time è sempre stato un fulcro.
un pò per gioco alla fine dell'anno raccoglie per categoria i dieci "meglio" di tutto.
un pò americanocentrico, certo, ma alla fine come molto della nostra cultura mondiale. per ora.
così, tra i migliori pentimenti, rimango impressionato per le scuse con inchino del ministro del commercio giapponese per aver chiamato fukushima "una città della morte".
nelle scoperte mediche un vaccino per la malaria. negli scandali quello del tabloid inglese di murdoch. nella cronaca non raccontata l'immolazione dei monaci tibetani. e così tanti altri andrebbero sviscerati davvero visto che le interpretazioni continueranno per anni.
completa rassegna qui : time
ma concludo con il potere evocativo dell'immagine qui : photo 
è stato davvero un altro grande anno. averci capito qualcosa...

ancora sul land grabbing.


a questo link il servizio:  corsa alla terra - report rai

lo scorso luglio registravo una serie di segnalazioni sulla    questione dell'accaparramento delle terre, ma mi viene  bene riprenderlo grazie ad una interessante puntata del  sempre stimolante "report" della rai che spero sia stata vista da quante più persone possibile. sempre  recuperabile grazie al sito della rai : report.rai.it
l'interdipendenza degli argomenti trattati è sottolineata da questo servizio che partendo dalla crisi finanziaria coinvolge la produzione di beni agricoli, lo sviluppo dei biocarburanti alternativi, l'eliminazione delle foreste pluviali come degli habitat del regno animale, le rivolte medio orientali, l'accaparramento delle terre africane e la fame delle economie dei paesi emergenti.
io, come opinione personale, contesto come dice report che la spinta primaria sia la mera speculazione finanziaria come principio di attivazione del processo.  lo trovo demagogico e fuorviante. più concretamente punterei invece il dito sul fatto che la popolazione mondiale ormai ha superato i 7 miliardi di persone e che grazie allo sviluppo della globalizzazione è raddoppiato il numero delle persone che possono accedere a beni e servizi al livello degli occidentali. questo porta una spinta sui consumi mai registrata prima nella storia dell'uomo così come la fame di territori per lo sviluppo. come in molti altri argomenti però, mentre l'attività umana dispone di una specie di mercato libero per potersi giustamente organizzare come convenienza grazie ai differenziali di valore che si possono avere per il mondo, la capacità politica di condurre lo sviluppo ed arginarne le perversioni è invece rimasta allo stato medioevale, con qualche rara eccezione. la frammentazione degli stati sovrani ci relega come singoli pianeti nello spazio e non consente di avere progetti e condividere necessità che invece ormai sono comuni a tutte le popolazioni della terra.
il servizio è comunque efficace e rende l'idea delle interconnessioni a cui non possiamo sfuggire.

domenica 11 dicembre 2011

splendide immagini di david attenborough della bbc!


durban. perchè mai parlare di durban?
si sta concludendo l'ennesima conclave dei bene intenzionati verso l'ambiente e il risultato tende sempre allo zero. quasi sospetta la politica assente dei leaders mondiali. e fanno pena i supposti economisti che non tengono conto della componente economica di non saper rispettare la necessità dell'impatto zero delle nostre attività umane su questo pianeta.
l'impatto zero sarà il debito che non sapremo saldare. altro che quello fatto di carta di cui parliamo di questi tempi.
inutile ingannarsi. il richiamo delle tematiche classiche ecologiste così come l'attenzione su questi temi dell'ecosistema, in tempi di crisi, sembrano sempre un optional ancora più ardito da permettersi.
forse è più il consumo di co2 fatto per la conferenza di durban che quello che viene risparmiato con le loro decisioni.
il fatto è che la coscienza collettiva è lontana. troppo lontana. le necessità di breve termine invece troppo pressanti per la popolazione mondiale. inutile illudersi appunto.
leggo incessantemente degli spazi che vengono a mancare ai residui e stremati polmoni di biodiversità e tengo il conto di quanto territorio ancora viene a mancare. che uomini siamo ad assistere alla scomparsa epocale di animali ed esemplari straordinari che la natura ha saputo creare. l'essere più evoluto, l'orgoglio dell'evoluzione mette la parole fine. è questo l'homo sapiens?
ed allora guardo questo veloce affresco delle sapienti mani di attenborough e penso a quanto sia stato fortunato a poter passare così tanto tempo in tutta la sua vita a riprendere questi miracoli della natura.
bè, buon natale a tutti.