dare una spinta. questo è l'intento.
lavorando conosco ed imparo ad apprezzare molte persone le cui attività meritano di essere fatte conoscere per agevolare come possibile il loro successo.
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altro intento dichiarato è aiutare a mettere a fuoco alcuni temi che pur essendo di dominio pubblico non ottengono l'attenzione che secondo me dovrebbero per i risvolti e le influenze che hanno sulla nostra vita.

lunedì 21 maggio 2012

la fine di un incubo

i blog non sono stampa clandestina

siamo d'accordo che non si può dare mai nulla di scontato. e che la libertà di cui godiamo va conquistata tutti i giorni. onoro grato quanti hanno perso fin la vita nella storia per conquistare quella libertà di movimento, di azione, di associazione, di lavoro e sopratutto di parola ed opinione che sempre più oggi si conferma la vera ricchezza dell'occidente. si può essere in un paese ricco di petrolio, ricco di p.i.l., ricco di materie prime.
vederlo partire dall'età della pietra ed arrivare nell'arco di una sola generazione ad un presente florido e prospero, almeno per alcuni.
ma l'insegnamento più importante della civiltà spesso sfugge. si pensa sia qualche oggetto di consumo o qualche proprietà, qualche diritto di vita o di morte su dei malcapitati. li si vede, negli emerging markets, rincorrerci sul piano del più becero consumo e sfoggiare opere che da noi non si è più in grado di sognare. ma spesso sfugge il piano più concreto, quello che è alla base della vita di una società. quello culturale. che risulta ben più complicato da assimilare come da gestire. sfugge la mercificazione e non si può sfoggiare come un accessorio moda.
il nostro mondo lo ha conquistato pezzo per pezzo, giorno per giorno, contenendo i vari tabù che ne hanno rallentato il naturale sviluppo. e su questo piano vediamo che la coscienza collettiva dei nuovi paesi fa più fatica del piano materiale a crescere. un pensiero ai famosi blogger che dall'iran, dalla cina, da cuba, dalla russia, e così via fan fatica a scrivere liberamente il loro pensiero.

ma è per questo che rimango stupito quando lo vedo minacciato anche all'interno della nostra società.
è il caso occorso ad un blogger, uno storico, Carlo Ruta, che aveva avuto l'ardire di commentare vicende di cronaca in sicilia.

allarme per i blogger: stampa clandestina il suo sito è offline dal 2004. nel 2008 condannato per stampa clandestina, una legge del 1948. alla fine di questo suo e nostro incubo durato sette anni la Cassazione ci conforta che siamo ancora in un mondo possibile.
" i giudici della Cassazione hanno mostrato buon senso e apertura ai valori della libertà di pensiero e di espressione." grazie.
"quando non si può attaccare il ragionamento si attacca il ragionatore". paul valery. per esempio.